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al testo di Stefano Verrengia
Solitudine
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SOLITUDINE Notte che sogni, notte che vai, notte che sussulti, notte che in lai contorti le sorti urla il tuono al mare increspato … come il fiato di una donna ansimante la brezza mi accarezza l’orecchio e lo specchio mi mostra la parte più bella di me: la sagoma buia di un sogno oscuro. E caparbio e duro Con penna e carta Provo a contenere Fra due lettere Il cielo inferocito, fra due versi l’infinito andare di questo tempo convesso, e in una poesia me stesso.
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